Veduta di una città giapponese con templi tradizionali, grattacieli moderni, incrocio pedonale affollato e ciliegi in fiore, rappresentando la fusione tra cultura e innovazione.

QUALCHE CENNO STORICO

Il Giappone ha una storia ricca e affascinante, caratterizzata da dinastie imperiali, epoche di isolamento, guerre e una rapida modernizzazione. Le prime tracce di insediamenti umani nell’arcipelago risalgono al Paleolitico, con reperti che suggeriscono una presenza umana già 30.000 anni fa. Durante il periodo Jōmon (14.000-300 a.C.), il Giappone era abitato da comunità di cacciatori-raccoglitori che svilupparono una delle più antiche tradizioni di ceramica al mondo. Successivamente, nel periodo Yayoi (300 a.C. – 300 d.C.), si assistette all’introduzione della coltivazione del riso, della metallurgia e della lavorazione della ceramica con tecniche più avanzate, probabilmente a seguito di contatti con la Cina e la Corea.

Con il periodo Kofun (250-538 d.C.), il Giappone vide l’ascesa del clan Yamato, che consolidò il primo embrione di un governo centralizzato. Durante questa fase, iniziarono le relazioni formali con la Cina e il buddismo fu introdotto nell’arcipelago. Questo segnò l’inizio di un profondo processo di trasformazione culturale e politica. Il periodo Asuka (538-710) vide l’adozione di molte istituzioni cinesi, tra cui il sistema di scrittura e un modello di governo imperiale. La famiglia imperiale consolidò il proprio potere, e vennero stabiliti i primi codici legislativi ispirati ai sistemi amministrativi cinesi.

Nel 710, l’imperatrice Genmei stabilì la capitale a Nara, inaugurando il periodo Nara (710-794). Questa era fu caratterizzata dall’espansione del buddismo e dalla costruzione di grandi templi come il Tōdai-ji, che ospita una delle statue di Buddha più grandi del mondo. Tuttavia, l’influenza dei monasteri buddisti sulla politica divenne così forte da spingere la corte imperiale a spostare la capitale a Heian-kyō (l’odierna Kyoto) nel 794, segnando l’inizio del periodo Heian (794-1185). Durante questa fase, la cultura giapponese si sviluppò notevolmente, con la nascita della scrittura kana e la composizione di capolavori come il Genji Monogatari di Murasaki Shikibu.

Verso la fine del periodo Heian, il potere dell’imperatore si indebolì e i clan militari, in particolare i Taira e i Minamoto, iniziarono a contendersi il controllo del paese. La guerra Genpei (1180-1185) si concluse con la vittoria del clan Minamoto e l’instaurazione del primo governo militare sotto Minamoto no Yoritomo, che divenne il primo shōgun nel 1192, inaugurando così il periodo Kamakura (1185-1333). Durante questa epoca, il Giappone fu governato dagli shōgun e la classe dei samurai divenne la dominante nella società. Fu anche il periodo in cui il Giappone respinse due invasioni mongole nel 1274 e nel 1281, grazie a una combinazione di resistenza militare e tifoni fortuiti, noti come kamikaze.

Dopo la caduta dello shogunato Kamakura nel 1333, il paese entrò nel periodo Muromachi (1336-1573), durante il quale lo shogunato Ashikaga prese il controllo. Questo periodo vide la diffusione del buddismo Zen, la nascita della cerimonia del tè e l’affermarsi del teatro Nō. Tuttavia, fu anche un’epoca di instabilità politica, culminata nel periodo Sengoku (1467-1603), noto come “l’epoca degli stati combattenti”, durante il quale il Giappone era frammentato in feudi in guerra tra loro.

L’unificazione del paese avvenne grazie a tre grandi leader militari: Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu. Oda Nobunaga riuscì a consolidare gran parte del Giappone prima di essere tradito e costretto al suicidio nel 1582. Il suo successore, Toyotomi Hideyoshi, completò l’unificazione e tentò persino di invadere la Corea, ma la sua morte lasciò un vuoto di potere che fu colmato da Tokugawa Ieyasu, che nel 1603 divenne shōgun e stabilì il suo governo a Edo (l’odierna Tokyo), inaugurando il periodo Edo (1603-1868).

Il periodo Edo fu caratterizzato da una rigida struttura sociale, un governo stabile e un isolamento quasi totale dal mondo esterno (sakoku), con l’eccezione dei limitati contatti commerciali con gli olandesi a Nagasaki. Durante questo periodo, il Giappone sviluppò una cultura urbana sofisticata, con la fioritura dell’ukiyo-e (le stampe artistiche), del teatro kabuki e della letteratura popolare. Tuttavia, l’isolamento portò anche a un ritardo tecnologico rispetto alle potenze occidentali.

Nel 1853, l’arrivo delle navi nere del commodoro americano Matthew Perry costrinse il Giappone ad aprirsi al commercio internazionale, portando al crollo dello shogunato Tokugawa e alla restaurazione del potere imperiale nel 1868. Con la Restaurazione Meiji, il Giappone iniziò un processo di modernizzazione e industrializzazione accelerata, adottando modelli occidentali in campo economico, militare e sociale. In pochi decenni, il Giappone divenne una potenza industriale e militare, sconfiggendo la Cina nella guerra sino-giapponese del 1895 e la Russia nella guerra russo-giapponese del 1905.

Nel XX secolo, il Giappone partecipò alla Prima guerra mondiale come alleato degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, ma negli anni ’30 si avviò verso un’espansione aggressiva in Asia, occupando la Manciuria e invadendo la Cina nel 1937. Nel 1941 entrò nella Seconda guerra mondiale attaccando Pearl Harbor, ma dopo anni di guerra e le devastanti bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945, il paese si arrese agli Alleati.

Dopo la guerra, il Giappone fu occupato dagli Stati Uniti fino al 1952 e subì profonde riforme economiche e sociali, trasformandosi in una democrazia parlamentare. Grazie a una rapida ripresa economica, il paese divenne una delle principali potenze industriali del mondo negli anni ’60 e ’70. Tokyo ospitò le Olimpiadi del 1964, simbolo della sua rinascita, e negli anni ’80 il Giappone era la seconda economia mondiale.

Oggi il Giappone è un paese altamente sviluppato, noto per la sua tecnologia all’avanguardia, la cultura pop (anime, manga, videogiochi) e la sua combinazione unica di tradizione e modernità. Nonostante le sfide economiche e demografiche, il paese continua a essere una delle nazioni più influenti al mondo, mantenendo un forte legame con la sua eredità storica mentre guarda al futuro.

QUALCHE INFORMAZIONE GENERALE

PARLIAMO DI SOLDI

Il Giappone utilizza lo yen giapponese (JPY, ¥) come valuta ufficiale. Le banconote e le monete giapponesi sono diverse da quelle europee e il paese ha una cultura di pagamento ancora in parte legata all’uso del contante, anche se l’uso delle carte di credito e dei pagamenti digitali è in crescita.

Tagli di banconote e monete

Lo yen giapponese è disponibile in banconote e monete di diversi tagli:

  • Banconote: 1.000 ¥, 2.000 ¥ (meno comune), 5.000 ¥, 10.000 ¥.
  • Monete: 1 ¥, 5 ¥, 10 ¥, 50 ¥, 100 ¥, 500 ¥.

Le monete da 5 e 50 yen hanno un foro al centro e sono considerate di buon auspicio nella cultura giapponese. La banconota da 2.000 yen è rara e non sempre accettata nei distributori automatici.

Contante vs Pagamenti elettronici

Sebbene il Giappone sia famoso per la sua tecnologia avanzata, il contante è ancora molto usato, specialmente nei ristoranti tradizionali, nei templi e nei piccoli negozi. Tuttavia, nelle grandi città è sempre più comune l’uso delle carte di credito e dei pagamenti digitali.

Dove è consigliato usare il contante?

  • Mercati e negozi locali
  • Templi e santuari (donazioni e amuleti)
  • Alcuni ristoranti tradizionali e ramen-ya
  • Taxi (anche se alcuni accettano carte)

Dove si possono usare le carte di credito?

  • Hotel e grandi ristoranti
  • Centri commerciali e negozi di elettronica
  • Trasporti pubblici (biglietterie automatiche per treni e bus)
  • Negozi di catena e supermercati

Le carte di credito accettate più comunemente sono VISA, Mastercard e JCB, mentre American Express e Diners Club possono avere una copertura più limitata.

Prelievi e cambio valuta

Per prelevare denaro in Giappone, è possibile utilizzare gli sportelli automatici (ATM), ma non tutti accettano carte straniere. I posti migliori per prelevare sono:

  • Bancomat nei 7-Eleven (sempre aperti, accettano carte internazionali).
  • ATM negli uffici postali giapponesi (Japan Post).
  • Alcune banche internazionali come Citibank e Shinsei Bank.

È consigliato cambiare una parte di yen prima di partire o all’aeroporto all’arrivo, anche se gli uffici di cambio nelle città offrono spesso tassi migliori rispetto agli aeroporti.

Pagamenti digitali e IC Card

Le IC Card (Suica, Pasmo, ICOCA, etc.) sono carte prepagate che si possono usare per pagare i trasporti pubblici, fare acquisti nei konbini e persino nei distributori automatici. Si possono acquistare e ricaricare facilmente nelle stazioni ferroviarie.

Anche i pagamenti con Apple Pay, Google Pay e app locali come PayPay e Line Pay stanno diventando sempre più comuni.

Consigli per risparmiare e gestire i pagamenti in Giappone

  • Porta sempre un po’ di contante con te, specialmente se viaggi in zone rurali o visiti templi e piccoli ristoranti.
  • Usa gli ATM dei 7-Eleven per prelevare, evitando le banche giapponesi che spesso non accettano carte straniere.
  • Acquista una IC Card per pagare trasporti e piccoli acquisti senza bisogno di contante.
  • Evita di cambiare denaro in aeroporto se possibile, perché il tasso di cambio è solitamente meno conveniente.

Conclusione

Lo yen giapponese è disponibile in monete e banconote di vari tagli, e il paese mantiene ancora un forte uso del contante, anche se le carte di credito e i pagamenti digitali sono sempre più diffusi. È consigliato avere sempre un po’ di contante, specialmente per piccoli acquisti e nei negozi tradizionali. Le IC Card e gli ATM dei 7-Eleven sono soluzioni pratiche per gestire i pagamenti durante il viaggio.

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